Il Ministero è contro la pubblicità di fumo e svapo. E il Ministro?

Le Associazioni di consumatori Altro Consumo, Codacons, Articolo 32-97 hanno inviato esposti all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato e al Ministero della Salute per denunciare la pubblicità delle sigarette elettroniche e di quelle a tabacco riscaldato sui social media.
Anche la popolare trasmissione televisiva LE IENE ha mostrato in un bel servizio l’impressionante quantità di pubblicità occulta che si riversa sui ragazzi italiani, grazie alla sciagurata attività promozionale degli influencer. Questi, anche indipendentemente dal numero di followers, sono pagati per postare video in cui svapano sigarette elettroniche, situazioni in cui – per contratto – devono sforzarsi di essere il più naturali possibile.

Che cosa risponde il Ministero della Salute

In una lettera del 30 Dicembre 2019, la Direzione della Prevenzione del Ministero conferma la sua posizione, in base alla quale i NAS, sia autonomamente, sia dopo segnalazione dello stesso Ministero, hanno cominciato a multare le aziende che facevano pubblicità con manifesti esposti in strada. Tuttavia, il Ministero ritiene anche che sia necessaria una norma specifica che sgombri il campo dai dubbi interpretativi, utilizzati dalle compagnie del tabacco e dalle aziende dello svapo per creare il far west pubblicitario di prodotti comunque nocivi per la salute. La nuova norma dovrebbe riguardare anche altre forme di pubblicità come quella sui social media oppure le sponsorizzazioni tipo Mission Winnow.

Quale posizione assumerà il Ministro della Salute Roberto Speranza?

Dipende dalla volontà politica del Ministro Speranza decidere quale norma sia necessaria per ribadire che il divieto di pubblicità, su tutti i mezzi di comunicazione inclusi i social media, è valido anche per i nuovi, ma pur sempre nocivi, prodotti del tabacco e dello svapo.
Quale sarà la posizione del nuovo Ministro? Fino ad ora egli ha dato priorità ai problemi della sanità, intesa come sistema assistenziale. Non ha ancora affrontato il tema delle politiche necessarie a favorire un buono stato di salute dei cittadini. Ma, non è un caso che dai primi anni 2000, il Ministero si chiama della salute e non più della sanità, proprio a significare che opera per mantenere, prima, le persone in buona salute e, poi, per garantire ad esse le cure.

Forza Ministro, l’Italia fu antesignana nell’evitare il far west pubblicitario del tabacco

L’Italia, fu antesignana nel vietare la pubblicità ai prodotti del tabacco, quando l’allora Senatore a vita Luigi Sturzo, proprio lui il fondatore nel 1919 del Partito Popolare, propose nel 1959 una legge che fu approvata, dopo la sua morte, ed entrò in vigore come L. 10 aprile 1962, n. 165, ed è tuttora in vigore. La motivazione del divieto fu che le sigarette sono nocive e che c’è un nesso – siamo nel 1959 – tra fumo e cancro del polmone. Essa dispone che: “La propaganda pubblicitaria di qualsiasi prodotto da fumo, nazionale od estero, è vietata”, un articolo che è rimasto lì fermo e chiarissimo e senza deroghe.
Ci ha garantito dall’invasione dell pubblicità del tabacco, che imperversò ancora a lungo negli altri paesi, ad es. nel Regno Unito la pubblicità del tabacco, solo quella televisiva, fu vietata nel 1965 e negli USA nel 1971.
Tuttavia la legge non fermò l’industria del tabacco che ha utilizzato modi ingegnosi e subdoli per il suo marketing, la pubblicità occulta, il posizionamento di prodotto in spettacoli, le sponsorizzazioni, il merchandising ed altre forme di promozione.