Il gruppo promotore di Tobacco Endgame invia una lettera di protesta a Quotidiano Sanità

Gentile Direttore,

su Quotidiano Sanità del 18 Maggio 2022 è stata pubblicata una lettera del Dott. Vincenzo Montemurro organizzatore della XXII edizione del congresso “Scilla Cuore” svoltosi recentemente in Calabria.
Nella lettera, il Dott. Montemurro, citando le posizioni dell’OMS e dati sui decessi e le malattie causate dal fumo, rileva che il fumo di tabacco resta un rischio principale per la salute degli italiani, anzi è “il rischio principale”. I dati, da lui definiti sconfortanti, richiederebbero una risposta e la risposta del Dott. Montemurro, sarebbe: «Per tutti coloro che … non intendono smettere, si potrebbe suggerire, in alternativa alle sigarette tradizionali a combustione, l’uso di prodotti a tabacco riscaldato, elettronici ecc..  con l’obiettivo di ridurre il rischio, rispetto al fumo tradizionale».
Questo è quanto emerso, nell’ambito del congresso, dalla tavola rotonda su fumo e malattie fumo-correlate cui egli stesso ha partecipato assieme, tra gli altri, alla Dott.ssa Maria Novella Luciani dirigente del Ministero della Salute.

Locandina del Congresso Scilla Cuore (in evidenza il riferimento alla Philip Morris)

Non si tratta di una proposta nuova, perché è la strategia sposata dall’industria del tabacco e non è forse un caso che tra gli sponsor del convegno figuri Philip Morris Science, una branca della stessa industria che, vendendo una importante porzione dei sei trilioni di sigarette consumate ogni anno nel mondo, causa  buona parte degli 8 milioni annuali di morti da fumo, che inducono allo sconforto.

I medici non dovrebbero farsi megafono delle posizioni dell’industria del tabacco

Prima di entrare nel merito della non originale proposta del Dott. Montemurro, la prima questione che si pone è se sia appropriato per dei medici farsi finanziare i congressi dai principali nemici della salute pubblica che essi dovrebbero essere tenuti a difendere. Secondo noi è inaccettabile e non dovrebbe essere consentito.
Bisogna richiamare l’attenzione dell’intera comunità sanitaria e dell’opinione pubblica sul pericolo di ingerenze da parte delle compagnie del tabacco o di suoi rappresentanti in sedi di dibattito scientifico. Molte importanti società scientifiche italiane – ma non tutte – hanno sottoscritto un documento (https://www.marionegri.it/magazine/liberta-di-ricerca-scientifica) impegnandosi a non accettare alcun finanziamento, diretto o indiretto, da parte delle compagnie del tabacco.

Il Ministero della Salute, nel Dicembre 2020, si è espresso in modo inequivocabile sul tema con una nota indirizzata alla FNOMCEO ed agli Assessorati alla Sanità delle Regioni, firmata congiuntamente dai Direttori Generali della prevenzione (Rezza) e delle Professioni Sanitarie (Ugenti). Questa nota è stata pubblicata da Quotidiano Sanità nel Febbraio 2021 (https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=92594)
Nella nota si sostiene che le regole in vigore in Italia vietano il contributo ad eventi, attività o persone finalizzato, anche indirettamente, a promuovere il tabacco.
Si fa riferimento proprio al fatto che l’industria del tabacco ha immesso sul mercato nuovi prodotti a tabacco riscaldato con una strategia di vendita basata sul concetto di “riduzione del rischio”, una falsità visto che questi prodotti possono determinare dipendenza da nicotina, indurre gli ex fumatori a ricadere nella dipendenza e gli adolescenti ad acquisirla.
Vale ricordare che l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha valutato la nocività delle IQOS su istanza della Philip Morris e non ha potuto riconoscere il potenziale di riduzione del rischio. Ora, sebbene la relazione dell’ISS non sia stata resa pubblica per opposizione della Philip Morris, le principali conclusioni sono state riassunte nel Rapporto 2019 sulla Prevenzione del Tabagismo.
Il Ministero sostiene che, in base alle conoscenze attuali, il cosiddetto approccio della riduzione  del danno non è una strategia di salute pubblica, ma una strategia di marketing. La strategia di salute mira invece alla disassuefazione dal fumo e dall’utilizzo di prodotti del tabacco o a base di nicotina. Le strategie dell’industria del tabacco mirano al mantenimento di una vasta platea di consumatori, mentre il Ministero è impegnato nello sforzo di difendere la preminenza della salute rispetto agli altri interessi coinvolti nel tabacco.
Ciò che è stato sancito dal Ministero della Salute è in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha bocciato l’utilizzo dei nuovi prodotti di tabacco come possibili alternative meno dannose per i fumatori.
Purtroppo non si può far a meno di stigmatizzare la partecipazione di una Dirigente di quello stesso Ministero della Salute alla tavola rotonda in un evento sponsorizzato dalla Philip Morris.

L’industria del tabacco non è la soluzione del problema tabacco, l’industria è il problema

Ci sia consentito, in breve, di argomentare circa la falsità della posizione dell’industria in merito ai nuovi prodotti del tabacco, esaminandone l’impatto sul mercato italiano.
In Italia, agli inizi degli anni 2000 si vendevano più di 100 milioni di kg di sigarette all’anno (equivalenti a 100 miliardi di sigarette), nel 2021 poco più di 61 milioni di kg. di sigarette, una tendenza alla riduzione che non si è accentuata per l’introduzione dei nuovi prodotti (e-cig nel 2004, tabacco riscaldato nel 2014). 

Vendite dei principali prodotti del tabacco in Italia (2004-2021)

Per reagire al declino delle vendite di sigarette, l’industria ha puntato in un primo tempo sul tabacco sciolto per sigarette fatte in proprio le cui vendite aumentarono esponenzialmente fino a diventare il secondo prodotto più venduto (7% delle vendite). Successivamente furono introdotte le sigarette elettroniche e, nel 2014, i prodotti a tabacco riscaldato le cui vendite hanno superato quelle dei trinciati. Come mostra la figura, il complesso di questi prodotti, senza tener conto delle sigarette elettroniche, sta andando a compensare le perdite.
Il mercato del tabacco si basa sul potere della nicotina di creare dipendenza. Ha puntato sull’ampliamento della gamma di prodotti disponibili, allo scopo di tenere agganciati: i) i giovani con minori capacità di spesa, con il tabacco sciolto per sigarette fatte in proprio; ii) i fumatori che vogliono smettere, offrendo l’alternativa di un prodotto, presentato dall’industria come meno tossico; iii) gli adolescenti che andranno a costituire le nuove generazioni di dipendenti dalla nicotina.
L’industria del tabacco, con i suoi messaggi falsi ma seducenti, vorrebbe arrivare a convincere i medici che sta dalla loro parte, in difesa della salute. In realtà, quello che le sta veramente a cuore è il portafoglio dei suoi azionisti. Con la sua abilità nel tessere relazioni pubbliche e i suoi soldi può finanziare ricercatori e medici ingenui o compiacenti, manipolare la comunicazione.
Auspichiamo che il Ministero della Salute vigili sull’ingerenza dell’industria del tabacco nella formazione dei sanitari e che l’editoria, a sua volta, vigili per evitare che l’informazione sulla salute sia inquinata dall’interferenza dell’industria del tabacco e dal conflitto d’interesse.

Gruppo Promotore di Tobacco Endgame – Alleanza per un Italia senza tabacco

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La lettera del Dott. Montemurro
La replica di Tobacco Endgame