I ricercatori hanno proposto una serie di restrizioni a livello di vendita al dettaglio delle sigarette, restrizioni che potrebbero essere impiegate in una strategia di endgame ad ampio raggio, a partire dalla licenza dei rivenditori di tabacco.

Sebbene la licenza per la vendita di tabacchi sia destinata soprattutto a limitare le vendite di tabacco ai soli cittadini adulti, essa potrebbe essere ridisegnata anche per scoraggiare l’acquisto. Ad esempio, il numero, la posizione e gli orari di apertura delle rivendite potrebbero essere limitati e vietato il rilascio di nuove licenze per la vendita. I punti di vendita non dovrebbero essere situati nelle vicinanze di scuole oppure la vendita dovrebbe essere permessa solo nelle ore non scolastiche Dovrebbe essere vietata la vendita di tabacchi duty free. Un’altra possibilità è di limitare la vendita ai soli negozi controllati dal governo (è quanto si fa attualmente con determinati tipi di alcoolici in alcuni stati USA) oppure a un solo tipo di punto vendita.

Il costo delle licenze, tipicamente basso, potrebbe essere aumentato, insieme ai costi di sanzioni per violazione delle disposizioni sulla licenza (ad es. a chi vende ai minori o altre vendite illegali). Inoltre, i rivenditori potrebbero essere incentivati ​​a rinunciare alle licenze di tabacco.

L’infrazione ai divieti di pubblicità dei prodotti di tabacco e di pubblicità del punto vendita, già in vigore in numerosi paesi, potrebbero essere una condizione per il ritiro della licenza.

Potrebbero essere stabiliti prezzi minimi (è già così in almeno 24 Stati degli USA e nel Distretto di Columbia) (60) per contrastare la pratica degli sconti da parte dei produttori.

La ricerca in Nuova Zelanda suggerisce che varie strategie di riduzione dei punti vendita di tabacco, fino all’eliminazione del 95% degli attuali punti vendita, potrebbero contribuire a ridurre i tassi di fumo, anche se non nel breve periodo. E’ prevedibile che l’opposizione a tali piani da parte dei venditori di tabacchi sarebbe vigorosa in assenza di opportuni incentivi. Tuttavia, considerevoli evidenze suggeriscono che la disponibilità di tabacco, onnipresente, è un fattore di iniziazione ed anche di ricaduta dopo il tentativo di smettere di fumare.

 


Per approfondire

  • Chapman S, Freeman B. Regulating the tobacco retail environment: beyond reducing sales to minors. Tob Control 2009;18:496–501.
  • Henriksen L, Feighery EC, Schleicher NC, et al. Is adolescent smoking related to the density and proximity of tobacco outlets and retail cigarette advertising near schools? Prev Med 2008;47:210–14.
  • Henriksen L. Comprehensive tobacco marketing restrictions: promotion, packaging, price and place. Tob Control 2012;21:147–53.
  • Heart Foundation, Action on Smoking and Health. Ending tax- and duty-free sales of all tobacco products in Australia. 2011. http://www.ashaust.org.au/pdfs/DutyFreeASHandHFpos1109.pdf
  • Centers for Disease Control and Prevention (CDC). State cigarette minimum price laws—United States, 2009. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2010;59:389–92.
  • Pearson AL, van der Deen FS, Wilson N, et al. Theoretical impacts of a range of major tobacco retail outlet reduction interventions: modelling results in a country with a smoke-free nation goal. Tob Control 2015;24:e32–8.
  • Lovato CY, Hsu HC, Sabiston CM, et al. Tobacco point-of-purchase marketing in school neighbourhoods and school smoking prevalence: a descriptive study. Can J Public Health 2007;98:265–70.