Appello a favore dell’approvazione del Decreto Legislativo sul Tabacco, in applicazione della direttiva Europea 40 del 2014

(sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alla lavorazione, alla presentazione e alla vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti correlati)

 

Signori Membri del Parlamento

Il 12 Ottobre 2015 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legislativo che recepisce la direttiva 2014/40/UE del Parlamento europeo sui prodotti del tabacco e contiene alcune misure che si sono mostrate efficaci nel contrastare la diffusione della dipendenza dal fumo di tabacco nella popolazione.

Le Società scientifiche della Sanità Pubblica Italiana, che hanno recentemente sottoscritto un manifesto per l’endgame del tabacco, al fine di un contrasto sistematico alla diffusione del fumo di tabacco in Italia, si appellano a Voi affinché il testo sia approvato in tempi congrui e in modo che le norme siano formulate senza ambiguità.

Il fumo rappresenta il principale rischio eliminabile di malattia, disabilità e morte prematura in Italia, perché causa cancro, malattie cardiovascolari, respiratorie e diabete. Secondo l’autorevole Institute of Health Metric and Evaluation, nel 2013, in Italia, 82.000 decessi sono attribuibili al fumo. Questi decessi rappresentano il 13% di tutte le morti, ma la percentuale sale al 24% se si considerano solo i morti tra 50 e 69 anni. Oltre alla salute, il fumo compromette l’apprendimento, la produttività e l’ambiente.

Il Decreto scoraggerà i ragazzi dal voler sperimentare il fumo o passare dalla sperimentazione alla dipendenza.

Il motivo della diffusione del tabacco risiede essenzialmente nella sua capacità di creare una dipendenza che si acquisisce, nella maggior parte dei casi, durante l’adolescenza. In questo periodo l’individuo, ancora incapace di libera autodeterminazione, è più vulnerabile alle pressioni di modelli sociali, come quelli rappresentati da familiari, educatori, amici o anche modelli idealizzati, come quelli che vedono nei film o in Tv.

Il Decreto potenzia il divieto di vendita di tabacco e sigarette elettroniche ai minori ed elimina le confezioni ridotte, come i pacchetti da dieci sigarette, misure queste che riducono l’accessibilità al tabacco da parte dei minori. Inoltre, il Decreto vieta l’aggiunta di mentolo ed aromatizzanti che aumentano il potere delle sigarette di creare dipendenza. E questa è un’altra misura che protegge i minori dal diventare dipendenti.

Le avvertenze illustrate previste dal Decreto aiuteranno i giovani a restare liberi dalla dipendenza dal tabacco e i fumatori a liberarsene.

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, la stragrande maggioranza dei fumatori vuole smettere e tanti lo fanno: in Italia, nel 2014, tra i fumatori la maggioranza dichiarava di voler smettere e 4 fumatori su dieci aveva fatto un serio tentativo di smettere nell’anno precedente. Gli ex fumatori, a loro volta, costituivano ben il 40% del totale degli adulti che erano o erano stati dipendenti dal fumo. Liberarsi dal fumo è possibile.

Il Decreto applica anche nel nostro paese il sistema delle avvertenze combinate, cioè avvertenze illustrate su tutti i prodotti del tabacco, che andranno a integrare le avvertenze testuali in uso. Le avvertenze illustrate sono mezzi efficaci perché prevengono l’iniziazione nei più giovani, motivano i fumatori a smettere e prevengono le ricadute negli ex fumatori.

Il Decreto estende la protezione dall’esposizione al fumo passivo anche ai bambini e alle donne incinte che viaggiano in auto, vietando di fumare in questi casi.

All’interno degli abitacoli delle auto, l’inquinamento dell’aria prodotto da una sola sigaretta è pari a 4-6 volte quello prodotto da un camion, di conseguenza la norma può essere paragonata alla tutela dei minori dai maltrattamenti.

Signori Membri del Parlamento

Come professionisti impegnati nella promozione della salute, ci rivolgiamo a Voi per sostenere l’approvazione del Decreto, ricordandovi che l’Italia fu da esempio al mondo quando adottò, primo Paese europeo, la Legge 3/2003 che vietava il fumo nei locali pubblici. Contrariamente alle previsioni, il controverso divieto ha ottenuto nel tempo il consenso e l’aperto supporto da parte della popolazione.

Da allora sono passati più di dieci anni e l’Italia, nella classifica dei Paesi che attuano politiche efficaci per la lotta al fumo di tabacco, è retrocessa dall’8° al 15° posto tra i 34 Paesi Europei, secondo la classifica stilata dalla Banca Mondiale. E’ mancata la volontà politica di procedere in quella direzione, in particolare l’inerzia ha riguardato le politiche dei prezzi per cui oggi in Italia il prezzo delle sigarette, una volta standardizzato per il PIL, è circa la metà di quello praticato nel Regno Unito.

Probabilmente l’industria del tabacco, che investe ingenti risorse nella propaganda indiretta dei suoi tossici prodotti e nell’attività di pressione sui vari livelli decisionali anche attraverso influenti fondazioni e centri studi, opererà per rendere le norme neutre o ambigue. Ma, a livello Europeo, le norme presenti in questo Decreto sono state già oggetto di negoziazione con l’industria, ed è per questo che ad esempio l’entrata in vigore di alcune di esse è posposta.

E’ possibile migliorare questo testo? Certamente sì. Rifacendosi ad esempio al testo predisposto dal Ministero della Salute che non conteneva all’art. 14 comma 1 lettera b) l’apparentemente incomprensibile frase “… fermo restando quanto stabilito dall’articolo 20” che potrebbe in futuro essere usata per pubblicizzare come meno nocive le nuove sigarette IQOS della Philip Morris, per cui al momento non esistono ancora prove relative alla nocività, provenienti da fonte indipendente. Oppure prevedendo, per i rivenditori, regole stringenti su come esporre le confezioni dei prodotti del tabacco al fine di impedire l’occultamento del le avvertenze combinate. O ancora, applicando le avvertenze illustrate anche sulle confezioni di sigari e sigaretti, o infine adottando come hanno fatto l’Australia e, recentemente, il Regno Unito il plain packaging, cioè a dire la confezione generica, senza messa in risalto della marca.

Con l’augurio di un proficuo lavoro parlamentare

Firmato

Le Società scientifiche che hanno sottoscritto il manifesto dell’endgame del tabacco