Quanto è rispettato il divieto di fumare nei luoghi aperti al pubblico e nei luoghi di lavoro, in Italia?

Il divieto di fumo nei locali aperti al pubblico, inclusi i luoghi di lavoro, è in vigore dal gennaio 2005. Sebbene la legge consenta di fumare in locali dotati di impianti di aerazione, si stima che meno del 2% dei locali aperti al pubblico siano dotati di tali costosi impianti. Diversi studi sono stati effettuati per valutare in che misura il divieto sia stato effettivamente applicato.
Nel 2011-2012 è stato ispezionato un campione di esercizi pubblici, luoghi di lavoro e di ambienti sanitari, per rilevare segni diretti o indiretti di fumo, dalla presenza di persone che fumano o di cicche, all’odore di fumo, e si è rilevato che il divieto era rispettato nel 95% dei casi.1
Dal 2008, viene effettuato un monitoraggio continuo intervistando un campione rappresentativo di adulti tra 18 e 69 anni.2 All’intervistato si chiede di riferire quanto è rispettato il divieto nei bar, ristoranti, pub e simili da lui frequentati negli ultimi 30 giorni e se il divieto è rispettato nel luogo in cui lavora, solo per chi lavori in ambiente chiuso. L’intervistato può rispondere: sempre, quasi sempre, qualche volta, mai.
I dati sono concordi nel confermare che il divieto di fumo è ampiamente, anche se non completamente, rispettato in Italia, sia nei locali pubblici che nei luoghi di lavoro. Più del 90% dei rispondenti riferisce che il divieto è rispettato sempre o quasi sempre. La tendenza, negli anni 2008-2018, è in crescita, pur con un divario tra nord e sud del paese, divario che però tende a ridursi.

Divieto completamente rispettato

Per ottenere una misura più specifica, si misura la percentuale di intervistati che hanno risposto che il divieto è sempre rispettato. Le cose cambiano un bel poco: restano le tendenze all’aumento del rispetto del divieto e alla riduzione del divario Nord-Sud, ma le percentuali si abbassano: nel 2018, il rispetto completo del divieto era il 73% nei locali pubblici tipo bar e ristoranti, con il Sud che stentava, al di sotto del 70%.
Per quanto riguarda i luoghi di lavoro, il quadro appare migliore con l’82% di rispetto completo, trend in crescita e divario Nord Sud in riduzione .

Abitazioni private
Non era del tutto inaspettato, ma non si osava sperarlo: anche nelle abitazioni private, dove il divieto di fumare può essere deciso solo da chi le abita, aumenta la percentuale di adulti che riferiscono che nella propria casa con è consentito fumare in nessuna stanza. Un dato questo che, con le cautele dovute al fatto di basarsi su dati riferiti, segnala la crescente consapevolezza degli italiani relativamente al bisogno di eliminare completamente l’esposizione al fumo passivo.

Che cosa pensano gli italiani del divieto di fumare nei luoghi chiusi

Gli Italiani si sono mostrati via via sempre più favorevoli all’estensione degli ambienti liberi dal fumo: se prima della legge, l’83% degli Italiani era d’accordo con il divieto di fumare in luoghi pubblici come bar e ristoranti, dopo l’entrata in vigore della legge, nel 2006, la percentuale di favorevoli è salita al 94%. In confronto agli altri paesi europei, in Italia il supporto della popolazione al divieto di fumo è il più elevato: sia se il divieto riguarda l’ufficio o il luogo di lavoro, che se riguarda bar o ristoranti, la percentuale di adulti totalmente in favore è circa il 90%. 4

Riferimenti

  1. Regione del Veneto. Monitoraggio dell’osservanza della normativa inerente il divieto di fumare negli ambienti di vita e di lavoro. Venezia, 2012 .
  2. Minardi V, Gorini G, Carreras G. Compliance with the smoking ban in Italy 8 years after its application. Int J Public Health. 2014 Jun;59(3):549-54. doi: 10.1007/s00038-014-0543-0. Epub 2014 Mar 7.
  3. Istituto Superiore di Sanità. Epicentro. Sorveglianza Passi: dati sul fumo passivo
  4. The Gallup Organisation – Survey on Tobacco. Analytical Report Flash EuroBarometer No 253. Bruxelles March 2009.