Questo mito è tratto da: Tobacco Control Playbook dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – EUROPA

MITO

Come si presenta l’industria del tabacco
Le aziende produttrici di tabacco hanno sostenuto per decenni che la loro è un’industria responsabile che dovrebbe essere trattata in modo simile alle altre e che dovrebbe essere autorizzata a svolgere un ruolo attivo nelle discussioni con il governo e la comunità, riguardo alle politiche sul tabacco.
Dovrebbe essere riconosciuta come industria responsabile nel marketing e nelle dichiarazioni relative ai prodotti e non dovrebbe essere assoggettata a molti dei vincoli proposti dal controllo del tabacco [1-3].
Nonostante l’articolo 5.3 della Convenzione quadro per il controllo del tabacco lo vieti, l’industria cerca di impegnarsi attivamente in discussioni con il governo e altri soggetti, istituzionali e non, sostenendo il suo pieno diritto a questo tipo di relazioni [4 – 6].
Responsabilità sociale d’impresa
Le aziende produttrici di tabacco cercano di mettersi in relazione direttamente o indirettamente con i governi, le istituzioni e le agenzie attraverso organizzazioni di pubbliche relazioni, lobbisti, gruppi di facciata e donazioni alla politica [9]. Si sforzano di essere percepite come parti che forniscono il loro contributo alla comunità con le entrate fiscali e con l’occupazione. Esercitano la loro “responsabilità sociale d’impresa” attraverso contributi filantropici e comunitari, pubblicando e promuovendo rapporti su responsabilità sociale, sostenibilità, ambiente e altre attività, dalla promozione dei diritti umani e della diversità fino alla pulizia dei quartieri [10 – 14]. Nell’ambito del settore, cercano anche di promuovere la propria immagine con premi e riconoscimenti per il loro ruolo come datori di lavoro [14 – 15].
Industria attenta alla salute
L’industria si presenta come attenta alla salute, con l’obiettivo di aiutare la società attraverso lo sviluppo di prodotti meno dannosi [16-17]. Mostra interesse e sostegno alla ricerca sulle conseguenze del fumo e sui possibili approcci per ridurre o eliminare i danni. Recentemente ha anche finanziato nuovi progetti di ricerca e dichiarato di volere un mondo senza fumo, incontrando critiche sostanziali e rifiuti da parte dell’OMS e di altre autorità sanitarie [18 – 25].
Le aziende produttrici di tabacco dichiarano di promuovere i loro prodotti in modo responsabile, ad esempio affermando che, essendo il fumo un comportamento adulto, evitano di fare pubblicità diretta ai bambini [26]. Anche quando c’è il riconoscimento delle precedenti violazioni, come nel caso della pubblicità, affermano che “quello è successo allora … questo è quel che siamo adesso …” [27]. Si sforzano così di diffondere la percezione di essere cambiate e di essere ora preoccupate del bene pubblico.

Qual’è la realtà

L’attività dell’industria del tabacco provoca malattie e morte
I prodotti dell’industria del tabacco causano 7 milioni di morti ogni anno in tutto il mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il National Cancer Institute (NCI) statunitensi stimano che questo numero di morti aumenterà fino a 8 milioni entro il 2030 [28-29].
Quella del tabacco è l’unica industria il cui prodotto, se usato esattamente come previsto, uccide almeno la metà dei suoi consumatori regolari. Ricerche recenti dall’Australia mostrano che le sigarette, in un paese con un’epidemia matura, possono causare la morte di due terzi dei fumatori abituali [30].
L’attività dell’industria del tabacco provoca costi
Il consumo di tabacco impone enormi oneri economici. Il rapporto di OMS e National Cancer Institute conclude che il tabacco costa più di un trilione di dollari, a livello mondiale, per spese in assistenza sanitaria e per le perdite di produttività, e che la riduzione del fumo riduce le disuguaglianze nella salute che affliggono i poveri [29].
Gli oneri sanitari, sociali ed economici del fumo sono sostenuti sempre più dai paesi a basso e medio reddito, pesantemente presi di mira dall’industria del tabacco. Il rapporto dell’OMS – NCI rileva che circa l’80% dei fumatori vive in paesi a basso e medio reddito e, con l’aumento previsto delle morti globali a 8 milioni all’anno, ancora più dell’80% si verificherà in questi paesi [29], nei quali l’industria del tabacco vede il più grande potenziale per il futuro [31].
L’incessante impegno nel promuovere e vendere il tabacco
Dagli anni ’50 del secolo scorso, esistono prove incontrovertibili del fatto che il fumo è letale. Nonostante questo, le aziende produttrici di tabacco hanno continuato a promuovere e vendere i propri prodotti laddove possibile, mirando a ragazzini e comunità vulnerabili, e si sono mostrate fieramente contrarie a qualsiasi azione capace di provocare una riduzione del fumo, così come a organizzazioni e individui direttamente e indirettamente interessati a ridurre il fumo [32 – 33].
L’incessante impegno nell’offuscare la verità ed ostacolare le politiche di controllo
Attraverso bugie, inganni e corruzione, l’industria del tabacco ha una lunga storia di opposizione a qualsiasi cosa che potrebbe ridurre le vendite dei suoi prodotti. Le prove di ciò provengono dai documenti del settore, resi disponibili al pubblico in seguito all’accordo transattivo del 1998  (Master Settlement USA). Nel 1967, alla prima conferenza mondiale sul fumo e la salute, il defunto senatore Robert Kennedy disse: “L’industria che cerchiamo di regolare è potente e piena di risorse. Ogni nuovo sforzo di regolamentazione porterà nuovi modi di evadere. Tuttavia dobbiamo essere all’altezza del compito. Perché la posta in gioco non è altro che le vite e la salute di milioni di persone in tutto il mondo … “[33 – 34].
Molte relazioni di governi e autorità sanitarie hanno condannato le attività passate e presenti dell’industria del tabacco. Una recente sentenza della High Court britannica ha rilevato che l’industria del tabacco “… promuove e favorisce deliberatamente un’epidemia sanitaria. Oltretutto, un’epidemia che impone enormi costi allo Stato, per i danni alla salute e di altro tipo” [35].
Responsabilità sociale come strategia di distrazione
Le attività presentate come responsabili, dall’educazione all’autoregolamentazione, sono inefficaci o controproducenti e possono essere parte delle relazioni pubbliche e delle strategie di distrazione. La ricerca dell’industria del tabacco e altre attività scientifiche sono altamente selettive, non si concentrano mai sulla riduzione dell’uso dei suoi prodotti e si basano esclusivamente sulla promozione degli interessi dell’industria. L’approccio dell’industria del tabacco alla responsabilità sociale delle imprese e attività simili è stato ben descritto da un dirigente del British American Tobacco: essa fornisce “copertura aerea” per distrarre governi e altri soggetti [36].
Un mondo senza fumo?
Come affermato nella risoluzione dell’OMS a sostegno dell’articolo 5.3 della Convenzione, “l’industria del tabacco ha operato per anni con l’esplicita intenzione di sovvertire il ruolo dei governi e dell’OMS nell’attuazione delle loro politiche di sanità pubblica per combattere l’epidemia di tabacco” [37-38]. Sostenere, come le compagnie del tabacco fanno, che esse vogliono vedere un mondo senza fumo è incoerente con l’accanita opposizione che praticano a misure capaci di ridurre il fumo e la continua promozione sia nei paesi a basso e medio reddito che in altri paesi. D’altra parte le considerazioni interne alle compagnie sulle prospettive a lungo termine del fumo confermano che per loro il tabacco rimane il prodotto “principale”. La più recente proposta di finanziamento della ricerca è stata criticata, tra gli altri, dall’OMS e dal segretariato della Convenzione, che hanno affermato che qualsiasi coinvolgimento dei governi con questi finanziamenti violerebbe l’articolo 5.3 della Convenzione [23-24, 39].
I venditori di morte arretrano
Intanto, sta aumentando, da parte dei maggiori fondi di investimento, la spinta internazionale a cessare gli investimenti nel settore del tabacco [40].
L’industria del tabacco è stata sottoposta a una serie di processi giudiziari in cui è stata condannata con richiesta, in molti casi, di sostanziali pagamenti perché i suoi prodotti avrebbero causato morte e malattie. Inoltre, altre società produttrici di tabacco negli Stati Uniti dovranno pubblicare una pubblicità correttiva commissionata dal tribunale che dice la verità sui loro prodotti letali, compreso il loro ruolo nel progettare intenzionalmente sigarette per renderle più assuefacenti [35, 41-42].

Messaggi chiave

  • Quella del tabacco non è un’industria normale: è l’industria più letale del mondo.
  • L’industria del tabacco non è cambiata nonostante le prove dei danni che provoca: il suo ruolo principale rimane quello di vendere il maggior numero possibile di sigarette e cerca comunque di opporsi a qualsiasi azione che possa ridurre le vendite.
  • La “Responsibilità Sociale d’Impresa” delle industrie del tabacco e le attività correlate fanno parte di un più ampio programma di pubbliche relazioni.
  • L’industria del tabacco sta promuovendo il fumo nel paesi a basso e medio reddito e presso altre popolazioni vulnerabili e nei “mercati emergenti”.
  • L’articolo 5.3 della Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco è lì per una buona ragione e dovrebbe essere pienamente osservato da tutte le parti del governo.

In Conclusione
L’industria del tabacco cerca di presentarsi come un’industria normale e responsabile che vende un prodotto di consumo legittimo. La realtà è che quella del tabacco non è un’industria normale: è l’industria più letale del mondo, i cui prodotti causano 7 milioni di morti ogni anno in tutto il mondo. Nonostante l’accumularsi delle prove sui danni che provoca il tabacco, questa industria non è cambiata: il suo ruolo principale rimane quello di vendere il maggior numero possibile di sigarette, cercando di opporsi in ogni modo a qualsiasi azione capace di ridurre le vendite.

Riferimenti

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