un film, interpretato da Russell Crowe e Al Pacino, sulla storia di Jeffrey Wigand, un alto dirigente di una compagnia del tabacco che mise a nudo il cinismo dei produttori di sigarette
Il 13 Novembre del 2002, il quotidiano “L’Unità” pubblicò una intervista al prof. Girolamo Sirchia, allora Ministro della Sanità, che denunciava gli inganni di Big Tobacco, “…lobby molto potente che ha margini economici altissimi e si muove a difesa dei grandi interessi che ruotano intorno al fumo”. Per questo “.le multinazionali del tabacco hanno da sempre occultato i dati sulla pericolosità di quello che producevano”. Infatti, con i suoi fatturati da capogiro, l’industria del tabacco non ha mai avuto difficoltà a produrre ricerche al solo scopo di suscitare controversie, disseminando la letteratura scientifica di disinformazione pro-tabacco [1]. In tal modo è riuscita ad avere gioco facile per decenni, fin quando non si è creata una crepa nel sistema di autodifesa dei suoi interessi.
La crepa cominciò ad aprirsi negli Stati Uniti a metà anni ’90, quando Jeffrey Wigand, alto dirigente della compagnia Brown & Williamson, parte integrante della British American Tobacco, spinto da problemi di coscienza rispetto al suo lavoro, cominciò a testimoniare contro le multinazionali del tabacco. Fu la prima volta nella storia che accadde un fatto del genere, in un tempo in cui le grandi compagnie contestavano ancora i dati clinici che dimostravano che l’uso del tabacco causa malattie e che la nicotina provoca dipendenza.
The Insider ha il suo momento più drammatico nella testimonianza sotto giuramento di Wigand, quando egli dichiara che Brown & Williamson aveva intenzionalmente aggiunto ammoniaca al tabacco per aumentare l’effetto della nicotina e renderla più penetrante e assorbibile al 100%, che è come fare una flebo di nicotina e prendere all’amo i giovani sperimentatori. Wigand nella sua deposizione, sostiene di essere stato licenziato perché non approvava che l’Azienda avesse consapevolmente deciso l’aggiunta di un additivo cancerogeno al tabacco.
In una intervista a Tabaccologia, Wigand ha raccontato la sua storia da quando, proveniente dall’industria farmaceutica, venne assunto dalla Brown & Williamson come dirigente del settore ricerca per lavorare allo sviluppo di un prodotto del tabacco capace di rilasciare nicotina ma con quantità ridotte di sostanze liberate dalla combustione. Di seguito, riportiamo una sintesi.
Meeting del Gruppo di Strategie di Ricerca: nel 1989, gli scienziati numero uno della British American Tobacco si riunirono, a Vancouver in Canada, dove discussero come sviluppare un prodotto del tabacco meno nocivo, riconoscendo che i prodotti del tabacco non avrebbero mai potuto essere completamente sicuri. Quando il verbale arrivò nelle mani degli alti dirigenti di BAT, gli avvocati dell’azienda si allarmarono perché contraddiceva il loro “mantra”: negare che la sigaretta danneggiasse il consumatore. Il Presidente e il Direttore Generale della Società, decisero di far riscrivere il verbale eliminando le dichiarazioni relative al fatto che, per sua natura, la nicotina dà dipendenza e che il fumo crea problemi di salute. Nelle mani di una controparte, il verbale originale avrebbe potuto costituire una prova contro la British American Tobacco.
Una nuova politica, relativa alla produzione e gestione dei documenti e alla comunicazione scientifica, fu introdotta: in tutte le attività di comunicazione scientifica e di ricerca doveva essere presente un avvocato e furono interrotte tutte le ricerche volte a rendere più sicure le sigarette, perché l’esistenza stessa di un progetto per una sigaretta più sicura avrebbe significato ammettere che le sigarette attuali erano nocive. Infine, furono messi in atto altri artifici legali per evitare che documenti compromettenti arrivassero a legali impegnati contro il tabacco.
La Cumarina. Nel 1992, uno degli additivi utilizzati dalla Brown & Williamson per il tabacco da pipa, la cumarina, fu dichiarato cancerogeno. Di conseguenza, Wigand fece presente alla Società il danno che poteva derivare dal continuare a impiegare un agente cancerogeno.La Cumarina non venne tolta dal tabacco da pipa e Wigand fu licenziato, di lì a un anno.
I documenti interni della Philip Morris. Una volta fuori dalla compagnia, Wigand fu ingaggiato come consulente di una trasmissione televisiva di successo, il cui produttore era entrato in possesso di documenti segreti della Philip Morris. Dai documenti si evinceva che la Philip Morris aveva condotto una ricerca su di un prodotto del tabacco con ridotte capacità di generare incendi, ma aveva deciso di bloccare le ricerche, sostenendo che la responsabilità per gli incendi da sigarette accese è dei produttori di abbigliamento o dei produttori di tappeti.
Insider. Nel 1994, i sette Amministratori Delegati di tutte le maggiori compagnie del tabacco americane testimoniarono davanti al Congresso degli Stati Uniti, dichiarando sotto giuramento che la nicotina non dava dipendenza, che era presente solo ai fini del gusto, e che il fumo non era più pericoloso che mangiare cioccolatini. A quel punto, Wigand decise di mettersi contro l’industria del tabacco: stipulò un accordo con FDA (l’agenzia federale per il controllo sui farmaci) in cui si stabiliva che avrebbe collaborato alla indagine sulla tossicità del tabacco usufruendo di un rapporto di lavoro completamente anonimo, con la clausola che sarebbe arrivato agli uffici sotto falso nome e attraverso ingressi speciali. L’FDA riteneva che l’industria del tabacco avrebbe fatto qualsiasi cosa per boicottare l’indagine.
Verso l’azione legale degli Stati americani contro Big Tobacco. Successivamente lavorò come consulente per lo Stato del Mississipi che aveva avviato un’azione legale contro le compagnie del tabacco per i danni causati dal fumo ai cittadini. Fu la prima causa, cui seguirono molte altre intentate da altri stati e città che si risolsero nella transazione del 20 Giugno 1997: il Settlement Agrement.
La decisione di informare l’opinione pubblica. Nel 1995, Wigand collaborò con il professor Glantz dell’Università della California, che era entrato in possesso di documenti provenienti dalla Brown & Williamson trafugati da un archivista della compagnia. Questi documenti divennero oggetto di sette articoli su JAMA e del libro di Glantz “The Cigarette Papers”. Inoltre, Wigand partecipò a una trasmissione televisiva sulla CBS per rivelare al pubblico la verità sull’industria del tabacco: il suo disprezzo per la salute pubblica e la pratica di usare additivi per aumentare la dipendenza della nicotina.
In tribunale. La Brown & Williamson intraprese, contro Wigand, un’azione legale molto pesante, cui fu posto fine nel 1997, quando fu stipulato un accordo transattivo tra diversi Stati e le compagnie del tabacco . L’accordo fu molto duro per le compagnie perché comportò, oltre a una condanna morale, un esborso di 368 miliardi di dollari per danni procurati alla salute dei cittadini, ed anche l’obbligo di desecretare e rendere pubblici tutti i documenti interni. Si tratta di un vero e proprio pozzo di San Patrizio che è andato a costituire un archivio di ben 37 milioni di documenti, archiviati dall’Università della California e resi disponibili all’indirizzo: http://legacy.library.ucsf.edu/. Nell’accordo c’era anche la risoluzione del conflitto tra Brown & Williamson e Jeffrey Wigand. Leggi l’avvincente storia dell’accordo transattivo, facendo click su Settlement Agrement.
Riferimenti
- Vincenzo Zagà, Franco Salvati. La tela del ragno della lobby del tabacco. Gole profonde Quello che i fumatori (e i non fumatori) non sanno. Pneumorama 2006; 42, 12, 1: 16-20]
- Notizie sul film The Insider (dietro la verità)
- per leggere tutta l’intervista e altro
- parte 1 Tabaccologia 2009; 4:13-19;
- parte 2 Tabaccologia 2010; 1:17-25
- intervista a Wigand degli studenti del corso di laurea in Medicina dll’Università La Sapienza di Roma su Tabaccologia 2010; 2:10-13