L’Operazione Berkshire in Italia

Nel 1977 le principali compagnie del tabacco operanti in Europa, decisero di allearsi segretamente per una strategia comune sul tema fumo e salute, una cospirazione (“Operation Berkshire”): finalizzata a proteggere gli interessi commerciali del settore promuovendo una controversia sul rapporto fumo – malattie e rassicurando fumatori e non fumatori.
I documenti interni all’industria, ora pubblici per decisione dei tribunali,  rivelano che il mezzo ideato per attuare la cospirazione furono: le associazioni nazionali dei produttori coordinate attraverso l’ICOSI (International Committee on Smoking Issues), e in seguito da INFOTAB il Centro internazionale di informazione sul tabacco.

Secondo la ricostruzione fatta dallo storico Carl Ipsen (il cui libro è stato utilizzato come fonte per questo articolo), in Italia, dove esisteva già un comitato informale, nel 1986 fu costituito il CDIT (Centro di Documentazione e Informazione sul Tabacco) in risposta alla proposta di legge di divieto di fumo nei locali pubblici, presentata l’anno prima dal Ministro della salute Degan (LINK).  La principale agenzia di pubbliche relazioni, la SCR divenne responsabile della gestione del CDIT e al fondatore della SCR , Toni Muzi Falconi fu affidata la direzione.

Azione di lobby contro la proposta Degan

Il CDIT si era opposto alla proposta Degan mettendo in atto pressioni su vari ministeri e gruppi con interessi collegati al settore del tabacco: la ristorazione , il ministro dei Trasporti, la Confindustria, i sindacati, il Ministro del Turismo. Muzi Falconi disse: “Siamo riusciti a ottenere che un significativo numero di autorevoli opinion leader, di tutti gli schieramenti politici, criticasse pubblicamente sui media la proposta di Degan, in quanto illiberale e difficile da applicare … “.
Degan fu sostituito al Ministero da Donat Cattin il quale non aveva interesse a portare avanti la politica di tutela dei non fumatori perché, a quanto disse, le persone erano avvelenate soprattutto dallo smog. Muzi Falconi, in un suo intervento nel corso di un seminario INFOTAB a Bruxelles, commentò “scommetto che a tutti voi piacerebbe avere questo ministro nel governo del vostro Paese”.   

Comunicazione e  pubbliche relazioni del CDIT

  • Nel periodo 1986-88, il CDIT avviò un’attività di comunicazione mediante lettere dirette a 90.000 selezionati opinion leaders;
  • successivamente, a un sottogruppo mostratosi più sensibile inviò un trimestrale intitolato “Calumet” che conteneva notizie dal mondo favorevoli al settore del tabacco; dal 1989 “Calumet” fu pubblicato sulla rivista dei tabaccai;
  • Pubblicò un libro sul fumo inviandone copia ai Parlamentari e a personaggi del mondo dell’informazione,
  • Organizzò conferenze con personalità del mondo scientifico e accademico;
  • Si rivolse a i tabaccai con l’opuscolo “20 domande e 20 risposte” per essere meglio informati: “di fronte alla valanga di informazioni false, tendenziose, esagerate che vengono continuamente diffuse dai giornali, dalla radio, dalla televisione in materia di pericolosità del fumo, è necessario che almeno i rivenditori abbiano una informazione equilibrata e obbiettiva sull’argomento”;
  • Comunicazione diretta al pubblico mediante inserti in settimanali popolari: ad esempio, una guida al fumo cortese per chi va in ristorante come alternativa al proibizionismo, calendari ed opuscoli;
  • Un “Galateo del fumo cortese” allegato a riviste com L’Espresso, Amica, Oggi.

Dal CDIT ad ASSOTABACCO: dalla guerriglia alla responsabilità sociale

Dopo il 1999, per quanto è stato possibile documentare, l’attività del CDIT si dirada. Le compagnie del tabacco puntano sulle associazioni nazionali del tabacco, si forma nel 1998, l’Assotabacco, l’Associazione nazionale delle imprese produttrici di sigarette, che fa parte di Confindustria.
Assotabacco, che assicura la rappresentanza istituzionale delle imprese associate verso tutti gli interlocutori pubblici e privati, lavora ad organizzare e valorizzare la “Filiera del tabacco” e campagne di comunicazione e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica:
– una grande mostra virtuale sul tabacco: un viaggio multimediale dal 1493 ad oggi;
– la campagna TU/IO, rivolta ai tabaccai: se hai meno di 16 anni TU non puoi comprare, IO non posso venderle;
– il progetto Libertà sfumate, programma di prevenzione del fumo giovanile;
– il manuale Smoking Policy per tutelare i diritti dei non fumatori nei luoghi di lavoro.

Fonte
Questo articolo, tranne l’ultimo paragrafo, è tratto dalle pagine 209-211 del libro di Carl Ipsen “Fumo – la storia d’amore tra gli italiani e il fumo” ed. Le Monnier.