E’ sempre più urgente regolamentare la pubblicità e la rappresentazione dei prodotti del tabacco, incluso quelli nuovi

Maria De Filippi ha fatto sapere ai lettori di Vanity Fair che suo papà, ora scomparso, sarebbe stato contento di sapere che ora lei fuma IQOS. invece delle sigarette a combustione. Chissà cosa pensano i milioni di ragazzini che vedono i loro idoli, gli amici di Maria, mentre fumano compulsivamente IQOS e sigaretti. E’ accaduto nella puntata di Amici del 23 Marzo 2021, andata in onda nel preserale su Italia 1.

In diverse fasi del programma in cui i ragazzi non sono impegnati nel training, nelle gare o nelle discussioni collettive, alcuni di loro vengono ripresi mentre fumano, soprattutto IQOS, nello spazio di ristoro all’aperto, suggerendo che il fumo abbia una funzione di rilassamento.
L’idea che fumare serva per rilassarsi è falsa. La nicotina del tabacco è un eccitante. La sensazione di rilassamento ce l’ha chi è dipendente dal tabacco e, per questo, ha bisogno di una nuova dose per trovare momentaneo sollievo da quel misto di ansia e brama di nicotina con cui si manifesta la sindrome di astinenza.
Fumare, Amici, è una dipendenza mortale da cui sarà molto difficile venir fuori, e usare IQOS è una dipendenza uguale.

Nei titoli di coda, una anodina avvertenza informa gli spettatori che, nel programma, sono inseriti prodotti per finalità commerciali. Ma non si specifica quali siano questi prodotti.

Mentre rappresentazioni e pubblicità del tabacco, che hanno inondato i social media, sbarcano di nuovo in TV, gli organi dello Stato tacciono

Eppure, il Ministero della salute, rispondendo a un esposto dell’Unione Consumatori, aveva informato di aver attivato il vertice politico per una proposta di legge chiarificatrice. Accadeva il 19 Novembre 2019.

Eppure, sarebbe semplice fare come il Senatore a vita don Luigi Sturzo che propose nel 1959 la legge che dispone: “La propaganda pubblicitaria di qualsiasi prodotto da fumo, nazionale od estero, è vietata”, un solo articolo rimasto lì fermo e chiarissimo e senza deroghe, nella L. 10 aprile 1962, n. 165.
Anche ora basterebbe una sola disposizione: “Qualsiasi forma di pubblicità è vietata per qualsivoglia prodotto del tabacco, succedaneo del tabacco o dispositivo destinato al consumo di prodotti del tabacco o di succedanei del tabacco”.

Un’altra immagine di fumo tratta dalla puntata di Amici del 23 Marzo 2021

Che cosa è Amici

Amici di Maria De Filippi è una trasmissione televisiva che può essere classificata come un reality e, allo stesso tempo, un talent show: alcuni ragazzi molto giovani vivono insieme e per tutto il tempo, sotto gli occhi di telecamere poste ai vari angoli della casa e dei telespettatori che li guardano dalle loro TV.
I giovani vorrebbero emergere come cantanti, ballerini, attori e per questo partecipano allo show che include fasi di duro addestramento e le loro esibizioni. Un ruolo importante è giocato dalla giuria composta da persone affermate nel campo dello spettacolo, i cui giudizi, non raramente duri, emozionano e dividono il pubblico.

Wikipedia ci informa che: Amici, in onda su Italia 1 e Canale 5, nelle sue 21 edizioni ha sempre coperto l’anno scolastico, va in onda di pomeriggio e in pre-serata. Nelle ultime edizioni, è stato seguito da un pubblico di 4-6 milioni di telespettatori tra i quali molti giovani e giovanissimi.
Nelle sue 20 edizioni, Amici ha sfornato ben 33 cantanti selezionati per il Festival di Sanremo.

Questo tipo di scene spinge i giovani a cominciare a fumare

I film e la TV sono stati un importante veicolo per far comparire sigarette e altri prodotti del tabacco, come forma di pubblicità e come fonte di apprendimento sociale sul fumo. I pubblicitari chiamano questa tecnica product placement (in italiano: posizionamento di prodotto).
Il marketing del tabacco nei film, in particolare quelli dei paesi con le industrie cinematografiche più attive, rimane molto comune e continua a promuovere il fumo. Anche in film per bambini e adolescenti.
Con i nuovi prodotti del tabacco, sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato, le aziende del tabacco hanno scoperto che, grazie alla assenza di regole esplicite, esisteva una sorta di nuova frontiera, un far west del marketing: il vasto mondo dei social media, senza trascurare i media tradizionali come TV e cinema.

Già nel 2008, il National Cancer Institute degli Stati Uniti d’America (USA) aveva concluso che: l’insieme delle prove da studi trasversali, longitudinali e sperimentali, combinato con l’elevata plausibilità teorica dal punto di vista della teoria delle influenze sociali, indica una relazione causale tra l’esposizione a rappresentazioni di fumo di film e il cominciare a fumare dei giovani.
In seguito, le prove dell’esistenza di questa relazione causale sono andate aumentando.

Come si spiega la pericolosità di questo tipo di pubblicità? Ogni individuo osserva il comportamento, gli atteggiamenti e le reazioni emotive degli altri, in particolare quando questi altri sono per lui un modello con uno status elevato. I nomi delle star del cinema sono riconosciuti a livello internazionale; stabiliscono le tendenze della moda e promuovono articoli come automobili, orologi e profumi. I giovani li ammirano ed emulano le loro azioni dentro e fuori dallo schermo.

La rappresentazione dell’uso di prodotti del tabacco nei film è una forma di promozione del tabacco da vietare

Le parti della Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco (FCTC dell’OMS) sono tenute a farlo attuare un divieto totale di pubblicità, promozione e sponsorizzazione del tabacco, secondo l’articolo 13 del trattato. Le linee guida per l’attuazione di questo articolo includono una dichiarazione che la rappresentazione dell’uso del tabacco nei film è una forma di promozione che influenza l’uso del tabacco, in particolare dai giovani, e comprendono misure specifiche, che sono trattate in modo più completo in questo rapporto. In alcuni paesi, sono destinatari di molti film classificati dai giovani che contengono immagini del tabacco significativi sussidi alla produzione del governo. Questi sussidi promuovono indirettamente l’uso del tabacco attraverso i media e quindi contrastare l’articolo 13 della Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco dell’OMS e le sue linee guida. La questione delle sovvenzioni è discussa anche in modo più approfondito.