Il Governo non vuole disturbare il mercato, la Fondazione Umberto Veronesi chiede di usare la leva fiscale contro il tabagismo

Il quotidiano llSole24ore riporta le stime di British American Tobacco, secondo cui l’aumento delle accise previsto dal Governo dovrebbe provocare un aumento di prezzo del pacchetto di sigarette pari a 15-20 centesimi. In compenso, gli aumenti già pianificati su sigarette elettroniche e tabacco riscaldato saranno limati verso il basso.
Il Governo prevede di poter incassare 138 milioni di tasse in più.
L’accisa sul tabacco è composta da una componente specifica e da una componente cosiddetta ad valorem, che dipende dal prezzo del prodotto. La componente specifica è quella che influisce maggiormente sul prezzo delle sigarette e quindi sulla loro accessibilità. La bozza del governo prevede che la componente specifica dell’accisa sulle sigarette, che a luglio 2022 era pari a 22,26 euro per mille sigarette, sia posta a 36,00 euro per 1.000 sigarette, per l’anno 2023, con ulteriori incrementi di 50 centesimi nel 2024 e altri 50 centesimi nel 2025.
Come si può rilevare dalla figura in alto, l’Italia oggi applica un’accisa che è meno della metà di quella praticata in Francia, in Irlanda (e in Inghilterra). Siamo al 12° posto in Europa. Un fatto che la dice lunga sulla volontà politica di lottare il tabagismo in Italia.

PERCHÈ LA TASSAZIONE SUL TABACCO È IMPORTANTE

Il fumo è uno dei principali fattori di rischio evitabili per la salute degli esseri umani ed è causa di morti premature (8 milioni l’anno nel mondo), malattia, disabilità e impoverimento. L’Organizzazione Mondiale della sanità ricorda che la tassazione del tabacco è il meccanismo più efficace per ridurre i consumi e il danno correlato al fumo, soprattutto nelle fasce più fragili e fra i più giovani. È una misura che funziona perché: 

  • incide direttamente sul consumo di tabacco
  • migliora la salute
  • riduce le disuguaglianze (le fasce più povere della popolazione, che sono anche quelle che fumano di più, sono maggiormente colpite dagli aumenti a cui reagiscono riducendo i loro consumi smettendo di fumare. Perciò le persone meno abbienti beneficiano maggiormente dell’aumento dei prezzi delle sigarette, in termini di risparmio economico e di salute guadagnata)
  • riduce il peso sui sistemi sanitari
  • aumenta gli introiti dello stato.

Fin ad ora, i Governi Italiani sono stati sordi e ciechi riguardo all’uso della leva fiscale per la lotta al tabagismo e considerano le tasse sul tabacco solo come una fonte di introiti per l’erario. Perciò gli aumenti delle tasse seguono l’andamento delle vendite e sono generalmente di lieve entità: se un prodotto del tabacco aumenta il volume di vendite potrà subire un aumento, seppur limitato, dell’aliquota fiscale. Paradossalmente, i governi italiani appaiono interessati a un mercato florido, ignorando le esperienze internazionali e le posizioni della Banca Mondiale.

LA PETIZIONE AL PARLAMENTO DELLA FONDAZIONE UMBERTO VERONESI PER RIDURRE L’ACCESSIBILITA’ DEL TABACCO

Nel 2021, la Fondazione Umberto Veronesi ha presentato una petizione al Parlamento per chiedere l’aumento delle accise su sigarette, tabacco sciolto e tabacco riscaldato. Per ottenere un aumento significativo del prezzo di questi prodotti, tale cioè da scoraggiarne l’uso.
Inoltre, perché la misura fiscale sia accompagnata da reali misure per aiutare i fumatori a smettere e aiutare chi a causa del fumo si ammala, la petizione chiedeva che i ricavi fossero destinati in una parte importante a programmi di disassuefazione da fumo, a rendere rimborsabili i trattamenti per smettere di fumare, a programmi per diagnosticare precocemente le malattie fumo-correlate, alla ricerca indipendente sul fumo e i suoi effetti.

Fonte

Donatella Barus. Legge di bilancio e tasse sulle sigarette: ancora un’occasione mancata. Fondazione Umberto Veronesi Magazine 25 Novembre 2022

Crediti per immagine in evidenza: Cristina Enache. Cigarette Taxes in Europe. Tax Foundation (dati tratti da: EU Commission. Taxes in Europe Database)