Un cambiamento, solo in apparenza piccolo, nella vita degli Italiani, del modo in cui essi convivono e della loro salute
un indice ragionato di questo approfondimento
- Che cosa è cambiato in Italia con la legge Sirchia? Lo racconta – semplicemente – un viaggiatore speciale, lo storico americano Carl Ipsen di ritorno in Italia dopo un’assenza durata alcuni anni: giunto a Roma attraversava luoghi a lui familiari, ma c’era qualcosa … qualcosa della vita quotidiana che non era più come prima … VAI
- Era stata introdotta la legge che – semplicemente – difendeva il diritto di tutti di non respirare aria densa di fumo di tabacco nei locali chiusi. Dalle parole del Ministro della salute dell’epoca, i suoi intenti e le difficoltà che incontrò. VAI
- Ma quanto era stato lungo e accidentato il percorso per una norma di civiltà che stabiliva un diritto così elementare? La storia, inizia nel 1962, da una proposta di legge parlamentare del Senatore Umberto Terracini, uno dei padri costituenti, fino al povero Ministro Degan, al Ministro Guzzanti, Veronesi per finire a Sirchia. . Perchè Sirchia la spuntò laddove si era impantanato anche il precedente Ministro Umberto Veronesi. VAI
- Gli ostacoli non erano solo quelli normali di una democrazia che deve mediare e trovare soluzioni tra interessi diversi e a volte contrapposti. No, perché era all’opera e segretamente una potente lobby del tabacco: per la prima volta, in Europa, le compagnie del tabacco, avevano deciso di cooperare sul tema salute e tabacco. Menti finissime all’opera per scardinare le acquisizioni della ricerca scientifica sia sulla nocività del fumo sia su quella del fumo passivo e ostacolare la regolamentazione del tabacco:
- Alimentare una controversia sulla nocività del fumo, un dato di fatto che, nelle sedi proprie, era già acquisito (operazione Berkshire) VAI
- Cambiare il nome delle cose, in modo da confondere le menti: perché il termine fumo passivo, che è troppo diretto? perché non trovare un termine più neutro? VAI
- Minare la ricerca scientifica al suo livello più alto quello dell’agenzia sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la IARC, anche con la complicità di uomini di scienza italiani. VAI
- Mettere in piedi gruppi di facciata, organizzare il dissenso coinvolgendo altre forze, ed operare con i media per manipolare l’opinione pubblica. VAI
- Sovrarappresentare in Parlamento e sui media le posizioni dei contrari alla legge e screditare come fanatici puritani e proibizionisti i sostenitori della salute.
- Ma, cosa chiedevano gli Italiani? In maggioranza erano a sostegno di una regolamentazione del fumo nei locali chiusi. Era favorevole, non solo chi non-fumava, ma anche chi fumava. E lo sono rimasti, sempre più favorevoli, anche dopo. VAI
- La dimostrazione? è data dall’applicazione della Legge Sirchia: non si è dovuto dispiegare un esercito di ispettori per imporre divieti. Ci sono stati dubbi interpretativi e problemi in fase di applicazione, ma l’Italia – divisa nei media e in Parlamento – è stata, per una volta, coesa nel voler cambiare. VAI
- Chi se ne è avvantaggiato? Certamente i cardiopatici, visto che i ricoveri ospedalieri per malattie ischemiche del cuore si sono ridotti, con il divieto, in Italia, di circa il 4%, un guadagno in salute e minori costi per gli ospedali. Ma anche gli operatori della ristorazione che non ebbero il temuto peggioramento degli incassi. La salute dei lavoratori, ma anche le aziende, ad esempio, le Ferrovie dello Stato che infatti aderirono con entusiasmo al divieto di fumo estendendolo alle stazioni, tranne che in aree dedicate, e poterono ridurre i costi della pulizia. Ma, anche se la qualità della convivenza civile è difficile da misurare, indubbiamente essa se ne è avvantaggiata migliorando il rispetto reciproco tra fumatori e non fumatori. VAI
- Passo dopo passo, il processo di approvazione della legge: dal disegno di legge Veronesi del 2000 a quello Sirchia del 2002, fino ai regolamenti di attuazione. VAI
- Sorprese da una analisi politologica: Perchè Sirchia riuscì, laddove Veronesi e i ministri precedenti avevano fallito. a VAI
- Il dibattito sui giornali. Quali aspetti richiamarono l’attenzione della stampa e quali furono trascurati. VAI
Leggi il Comunicato dell’Istituto Superiore di Sanità