Inchiesta del Bureau of Investigative Journalism

Una sigaretta di tabacco riscaldato Heets, di quelle che si utilizzano con il dispositivo elettronico Iqos, contiene più di 4 mg di nicotina, otto volte la quantità dichiarata dal produttore Philip Morris International. L’azienda fornisce ai consumatori informazioni confuse, anche durante le chat online.
La grande multinazionale del tabacco sta fuorviando i consumatori sulla quantità di nicotina nelle sigarette. Queste le conclusioni dell’inchiesta. I consumatori devono sapere.
Leggi le risposte di Philip Morris e il problema del metodo di misura.

I prodotti a base di tabacco riscaldato stanno crescendo rapidamente in popolarità e ora rappresentano oltre il 2,5% delle vendite di tutti i prodotti del tabacco nell’UE, il 7% in Italia. Secondo le stime di Philip Morris, l’anno scorso, la gamma di tabacco riscaldato Iqos ha avuto circa 20 milioni di utenti.

I risultati della misurazione della nicotina sono disparati

Al momento non esistono metodi standard, validi a livello internazionale, per testare il contenuto dei prodotti del tabacco riscaldato, lasciando il pubblico all’oscuro su come questi dati vengono accertati e presentati.
I test del Bureau – effettuati da Unisanté, un centro universitario in Svizzera e analizzati da Force Technology in Danimarca – rivelano che ci sono 4,1 mg di nicotina in ogni stick di tabacco. La nicotina è una delle droghe più assuefacenti al mondo al pari di eroina e cocaina, ed è la sostanza che lega le persone al tabacco.

smoking machine

Il metodo di prova ISO, utilizzato da PMI, è stato pesantemente criticato dai ricercatori perché sottovaluta il comportamento effettivo del fumo; i ricercatori affermano che è “inadeguato ai fini della regolamentazione del prodotto o dell’informazione dei consumatori”. 
Anche l’OMS, da tempo, ha avvertito che l’utilizzo del metodo ISO per calcolare il contenuto di nicotina nelle sigarette é fuorviante. La Convenzione quadro sul controllo del tabacco afferma: “Le emissioni di catrame, nicotina e altre emissioni di fumo misurate con le smoking machines non forniscono stime valide dell’esposizione umana”.
Di conseguenza, le linee guida dell’OMS affermano che non dovrebbero essere riportati sugli imballaggi, i dati relativi alle emissioni, inclusi nicotina e catrame. Il diritto dell’UE vieta inoltre la promozione di “qualsiasi informazione” sul contenuto di nicotina sull’etichetta dei prodotti del tabacco”.

La quantificazione del contenuto di nicotina di un prodotto è un dato importante e le industrie ci marciano, cercando di sfruttare le scappatoie normative a proprio vantaggio. PMI potrebbe non contravvenire ad alcuna legge sull’imballaggio, ma continua a riportare il valore fuorviante di 0,5 mg di nicotina per le sigarette Heets che vende, in tutto il mondo, per i suoi prodotti Iqos.

Quanta nicotina nella sigaretta? quanta nella emissione? e nell’esposizione?

Secondo il Bureau, il valore di 0,5 mg fornito da Philip Morris è il risultato della misura della nicotina contenuta nella emissione – l’aerosol che viene inspirato – della sigaretta, utilizzando una smoking machine. La quantità di nicotina nelle emissioni della sigaretta é inferiore alla nicotina totale contenuta in una sigaretta. Tuttavia, anche se la cifra di 0,5 mg dovesse riferirsi alle emissioni, i test del Bureau hanno rilevato che ogni stick ne rilascia più del doppio: 1,2 mg.

Philip Morris ha confermato che i 0,5 mg di nicotina misurati dall’azienda si riferirebbero alle “emissioni di nicotina” e non al “contenuto di nicotina”. Ha aggiunto che i suoi stessi test avevano rilevato fino a 4,6 mg di nicotina totale per stick e che gli stick “sono considerati assuefacenti come le sigarette”
Ha anche affermato che il contenuto di nicotina delle sigarette “è di scarsa rilevanza per i consumatori”, sottolineando le differenze tra contenuto di nicotina nella sigaretta, nelle emissioni e nella esposizione, cioè la nicotina assorbita dall’utente. Ma – replica il Bureau – senza chiarezza su quale valore dovrebbe essere utilizzato e come dovrebbe essere descritto, i consumatori continueranno a essere fuorviati.

… e, cosa risponde Philip Morris al consumatore che chiede chiarimenti?

I giornalisti del Bureau hanno anche utilizzato la chat on line sui siti web della Philip Morris per chiedere chiarimenti sui contenuti di nicotina delle Heets. Lo hanno fatto in Sud Africa, Malesia e vari paesi sparsi per l’Europa. In 11 paesi, la risposta data dal personale è stata la cifra di 0,5 mg; solo in due casi gli addetti alla chat hanno affermato che facevano riferimento al livello di nicotina nelle emissioni piuttosto che al contenuto di nicotina dello stick. I restanti nove hanno erroneamente affermato o insinuato di riferirsi alla quantità di nicotina nello stick stesso. In un caso, un addetto alla chat del sito Web svedese di Philip Morris ha affermato che la quantità di nicotina in un stick di tabacco riscaldato Heets era 24 volte inferiore a quella contenuta in una sigaretta convenzionale.

Fonte

The Bureau of Investigative Journalism  Philip Morris misleading the public about nicotine in heated tobacco
di Laura Margottini, Matthew Chapman. Pubblicato il 28 agosto 2022