Più tabaccherie, più fumatori

Gli studi internazionali mostrano che c’è associazione tra densità di rivendite di tabacco in un’area e frequenza di fumatori, così come tra prossimità (la vicinanza tra abitazione o scuola e tabaccheria) e frequenza di fumatori. 

  • Tra i giovani, la maggiore densità di rivendite vicino casa é associata a maggiori probabilità di fumare sigarette (OR=1,08). (Finan LJ, 2019)
  • Con la diminuzione della densità e della vicinanza dei rivenditori di tabacco, si riduce anche il rischio relativo del consumo di tabacco. (Lee JGL, 2021)

Più esposizione al marketing nei punti vendita, più rischio di diventare fumatore

  • Una maggiore esposizione alla pubblicità nel punto vendita è associata a una maggiore suscettibilità al fumo, all’iniziazione, al desiderio di sigarette e agli acquisti impulsivi. (Paynter J, 2009; Robertson L, 2015) 
  • Inoltre, i giovani con una maggiore esposizione alla pubblicità del tabacco nel punto vendita avevano 1,6 volte più probabilità di fumare e 1,3 volte più suscettibilità al fumo. (Robertson L, 2016)

Gli studi citati sono stati per lo più effettati in paesi anglosassoni, come USA, Australia, Nuova Zelanda, in cui la vendita dei prodotti del tabacco ha una regolamentazione meno rigida rispetto all’Italia. Questi studi mostrano anche che la densità di rivendite di tabacchi è maggiore nelle aree abitate da popolazione nera o socialmente svantaggiata e ciò contribuisce ad esacerbare le disuguaglianze nell’uso del tabacco. In Italia, questi fenomeni dovrebbero essere limitati dalle norme vigenti che legano la concessione della licenza per la vendita alla distanza da altre tabaccherie e alla loro redditività.

In Italia, la vendita del tabacco è consentita solo in rivendite autorizzate il cui numero è regolamentato

In Italia, la vendita al pubblico dei prodotti del tabacco può essere effettuata in:

  • rivendite ordinarie: le normali tabaccherie, dotate di insegna con il numero della concessione e la “T”;
  • distributori automatici: installati vicino alle tabaccherie;
  • rivendite speciali: presso porti, aeroporti, stazioni ferroviarie, aree di servizio, caserme, carceri e così via;
  • patentini: presso i bar.

Ci sono due criteri in base ai quali l’Agenzia dei Monopoli rilascia l’autorizzazione per le tabaccherie ordinarie: devono essere ubicate a una distanza minima, l’una dall’altra (da 200 a 300 metri a seconda dell’ampiezza del comune) e la redditività delle tabaccherie vicine che non deve essere troppo bassa. In tal modo si limita la concorrenza e la densità delle rivendite. Applicando queste regole, quanto è capillare la vendita del tabacco in Italia? E quanto è diffuso questo servizio se paragonato ad altri?

La rete distributiva dei tabacchi è più capillare di quella dei farmaci e di altri servizi

Italia: Numero di tabaccherie ordinarie (2017), sportelli bancari e postali (2017), farmacie (2020)

Il numero delle tabaccherie attive nel 2017 era di 54.319 con un accesso medio giornaliero pari a 15 milioni di clienti. A queste bisogna aggiungere 9.906 patentini e un numero imprecisato di rivendite speciali. (Logista – FIT, 2018)

Considerando le sole tabaccherie ordinarie abbiamo, in Italia, una tabaccheria ogni 1.115 abitanti, un valore che fa delle tabaccherie il servizio più vicino al cittadino, se paragonato con la farmacia (una ogni 3.058) oppure con gli sportelli bancari (uno ogni 2.215 abitanti) o gli uffici postali (uno ogni 4.734 abitanti).

Strategie per ridurre la disponibilità al dettaglio di tabacco

Le politiche di riduzione della vendita al dettaglio limitano la quantità, l’ubicazione e/o il tipo di negozi che possono vendere tabacco.

  • limitare il numero di rivendite e di distributori automatici,
  • vietare la vendita di tabacco vicino a scuole o parchi o parchi-giochi,
  • massimizzare la distanza tra i rivenditori di tabacco e
  • limitare i tipi di negozi idonei alla vendita di tabacco.

Ad esempio, l’Olanda prevede di ridurre le rivendite di tabacco da 16.000 a 6.000 eliminando gradualmente i distributori automatici di tabacco entro il 2022 e ponendo fine alle vendite di tabacco nei supermercati entro il 2024. L’Ungheria ha limitato le vendite alle sole tabaccherie nazionali in modo da portarne il numero da 42.000 a 7.000.

In Italia, si potrebbe, per le nuove autorizzazioni, aumentare la distanza minima da altre tabaccherie, prevista per il rilascio della licenza e stabilire una distanza minima da scuole o parchi-giochi. Si potrebbe prevedere anche la progressiva eliminazione di distributori automatici e la progressiva eliminazione dei patentini per i bar.

Fonte

  • Kong AY, Henriksen L. Retail endgame strategies: reduce tobacco availability and visibility and promote health equity. Tobacco Control 2022;31:243-249 (Link: https://tobaccocontrol.bmj.com/content/31/2/243)
  • Finan LJ, Lipperman-Kreda S, Abadi M, et al. Tobacco outlet density and adolescents’ cigarette smoking: a meta-analysis. Tobacco Control 2019;28:27-33. (Link: http://dx.doi.org/10.1136/tobaccocontrol-2017-054065)
  • Lee JGL, Kong AY, Sewell KB, et al. Associations of tobacco retailer density and proximity with adult tobacco use behaviours and health outcomes: a meta-analysis. Tobacco Control (Link doi: 10.1136/tobaccocontrol-2021-056717
  • Janine Paynter, Richard Edwards, The impact of tobacco promotion at the point of sale: A systematic review, Nicotine & Tobacco Research, Volume 11, Issue 1, January 2009, Pages 25–35, https://doi.org/10.1093/ntr/ntn002
  • Lindsay Robertson, Rob McGee, PhD, Louise Marsh, PhD, Janet Hoek, PhD, A Systematic Review on the Impact of Point-of-Sale Tobacco Promotion on Smoking, Nicotine & Tobacco Research, Volume 17, Issue 1, January 2015, Pages 2–17 https://doi.org/10.1093/ntr/ntu168
  • Robertson L, Cameron C, McGee R, et al. Point-of-sale tobacco promotion and youth smoking: a meta-analysis. Tobacco Control 2016;25:e83-e89
  • Logista SPA e Federazione Italiana Tabaccai. Rapporto sulla distribuzione dei tabacchi lavorati in Italia 2018