Lo dimostra una revisione sistematica della letteratura medico-scientifica
Ricevere una diagnosi di cancro è un momento difficile, ma anche un’occasione per prendere in mano la propria salute. Per un fumatore, anche dopo la diagnosi, smettere può davvero fare la differenza.
Si può pensare che ormai sia troppo tardi, ma non è così. Uno studio recente dimostra che smettere di fumare dopo una diagnosi di cancro aumenta significativamente le probabilità di sopravvivenza. Questo vale per diversi tipi di tumore, tra cui quelli al polmone, alla testa, al collo e all’apparato digerente.
E’ il risultato di una importante revisione degli articoli scientifici sull’argomento, effettuata da ricercatori italiani.
Quali sono i benefici di smettere di fumare dopo una diagnosi di cancro
- Si vive più a lungo: smettere riduce del 30% il rischio di morte.
- Migliora la possibilità di guarigione: aumenta le probabilità di sopravvivenza libera da progressione e senza ricadute.
- Rende più efficaci le terapie: il fumo interferisce con le cure, smettendo esse sono più efficaci e si riducono gli effetti collaterali.
Come è stato effettuato lo studio
Sono stati ricercati gli studi riportati in articoli presenti nei due principali database della letteratura medica (MEDLINE e EMBASE). Considerando gli articoli pubblicati fino al 2 gennaio 2024, sono stati individuati 36 studi, per un totale di oltre 17.000 pazienti con diagnosi di tumore. I tumori più studiati sono stati quelli del polmone (17 studi) e della testa e del collo (14 studi).
Sono stati inclusi gli articoli trovati nei due principali database della letteratura medica (MEDLINE e EMBASE). Considerando gli articoli pubblicati fino al 2 gennaio 2024, sono stati individuati 36 studi, per un totale di oltre 17.000 pazienti con diagnosi di tumore e fumatori. I tumori più studiati sono stati quelli del polmone (17 studi) e della testa e del collo (14 studi).
È stata condotta una metanalisi per stimare il rischio di morte di quelli che avevano smesso di fumare dopo la diagnosi rispetto a chi aveva continuato a fumare. Il rapporto tra i due rischi è chiamato Hazard Ratio (sHR) che, se uguale a 1, indica che non c’è differenza di mortalità tra quelli che hanno smesso rispetto a chi non ha smesso di fumare. Se è minore di 1 indica che chi smette di fumare dopo la diagnosi vive più a lungo.
Risultato: circa 30% di probabilità in più di migliorare la durata e la qualità della sopravvivenza
La percentuale dei pazienti fumatori che hanno smesso di fumare dopo la diagnosi è stata del 42,5%. Per questi ammalati, la prognosi è nettamente migliore.
Lo si ricava dal confronto tra ammalati che avevano continuato a fumare durante la malattia con quelli che avevano smesso. (per sapere cosa è la statistica sHR utilizzata in questa analisi, vedi nota)

Miglioramenti ottenuti da chi smette di fumare: riduzione della mortalità, non progressione della neoplasia, controllo e sopravvivenza,
La cessazione dopo la diagnosi è risultata associata a:
- Sopravvivenza libera da progressione del tumore (sHR 0,64, Intervallo di Confidenza al 95% da 0,41 a 0,98),
- Sopravvivenza senza malattia/ricadute (sHR 0,59, IC 95% da 0,43 a 0,81),
- Miglior controllo locale/locoregionale (sHR 0,69, IC 95% da 0,50 a 0,94),
- Sopravvivenza complessiva più lunga (HR riassuntivo (sHR) 0,71, IC 95% da 0,65 a 0,78),
Questo studio fornisce prove convincenti che smettere di fumare dopo una diagnosi di cancro è un modo efficace per estendere l’aspettativa di vita dei pazienti.
In Italia il 19,9% degli adulti e l’11% degli anziani con cancro continua a fumare anche dopo la diagnosi

(Sistema di sorveglianza PASSI 2016-2019 e Sistema di Sorveglianza Passi d’Argento)
Secondo i dati della sorveglianza sui rischi comportamentali Passi, tra le persone in età 18 — 69 anni cui era stato diagnosticato un tumore, il 49% era stato oppure era ancora fumatore. Quelle che continuavano a fumare al momento dell’intervista, cioè dopo la diagnosi di cancro, erano il 19,9% (IC95% 17-21%).
Per quanto riguarda le età più anziane, tra gli intervistati nel periodo 2016-2019, nell’ambito della sorveglianza sui rischi comportamentali degli anziani, l’11,9% ha dichiarato di fumare ancora, dopo la diagnosi di tumore.
L’idea che non vale la pena aiutare i fumatori a smettere dopo una diagnosi di cancro è falsa. I trattamenti per smettere di fumare dovvrebbero far parte delle cure standard dei malati di tumore.
Smettere allunga e migliora la vita!
Fonte
Caini S, Gorini G, Del Riccio M, et al. Upgrading your best chances: postdiagnosis smoking cessation boosts life expectancy of patients with cancer – a systematic review and meta-analysis Tob Control. 2025;0:1–10. doi:10.1136/tc-2024-058873.
I dati Passi sono frutto di elaborazioni ad hoc effettuati dall’Istituto Superiore di Sanità per il Sistema di Sorveglianza PASSI
Contoli B, Possenti V, Minardi C, et al. Modifiable Risk Factors, Health Profile and Well‐Being of the Surveillance System 2016–2019 Results Elderly Diagnosed with Cancer in Italy: Passi d’Argento. Cancers 2022, 14 (24): 6185 doi: 10.3390/cancers14246185
Nota sulla statistica sHR
SHR è l’acronimo di Standardized Hazard Ratio. Nella ricerca sul cancro, gli hazard ratio sono utilizzati per misurare la sopravvivenza in qualsiasi momento in un gruppo di pazienti a cui è stato somministrato un trattamento specifico rispetto a un gruppo di controllo. In questo caso il confronto riguarda i malati che hanno smesso di fumare dopo la diagnosi con quelli che non hanno smesso. Un hazard ratio di uno significa che non c’è differenza nella sopravvivenza tra i due gruppi. Un hazard ratio minore di uno significa che la sopravvivenza è stata migliore nel gruppo dei trattati, nel nostro caso nel gruppo di coloro che hanno smesso di fumare. (adattato da: National Cancer Institute. Dictionary of Cancer Terms)